UN AMORE FUORI DAL TEMPO

 

E' un racconto antico quello che ho deciso di scrivere e fa parte in un certo qual modo della storia della mia famiglia E' una vicenda vera, spiritosa e dolce ad un tempo. I suoi protagonisti non ci sono più da tanti e tanti anni ed io li ho conosciuti appena anche se loro erano i miei prozii e spero che non se ne abbiano a male ma, da lassù, guardino con benevolenza queste righe che vogliono raccontare e testimoniare di un grande amore. Teodora e Pietro questo era il loro nome, erano due giovani belli ed intelligenti ma soprattutto, a detta di mia nonna, molto spiritosi e molto innamorati ma, come volevano le usanze di allora, (inizi del novecento) potevano vedersi e chiacchierare solo all’uscita della Messa domenicale o davanti alla fontana quando lei andava a prendere l’acqua e lui l’aiutava a poggiare la conca sul capo. Questo amore platonico a loro non bastava proprio ed avevano escogitato uno stratagemma. La sera Teodora a le sue sorelle si riunivano insieme alla mamma a ricamare e a filare ma ben presto il sonno faceva leva su tutte tranne che sulla nostra protagonista che aspettava il momento propizio per affacciarsi al balcone e chiamare Pietro con un fischio. La forza dell’amore trasformava il nostro amico in acrobata e lo costringeva ad arrampicarsi agilmente per poter stare un da solo con la sua bella. Ma avevano fatto i conti senza l’oste, la mamma era più furba di quanto si pensasse e si era accorta che c’era qualcosa di strano nell’aria: una sera finse di andare a dormire e si nascose dietro una porta da dove assisté indisturbata a tutta la scena, decise allora di dare ai due innamorati quello che loro volevano ma a modo suo. La sera dopo spedì la figlia a dormire prima del solito, poi, al momento opportuno, chiamò Pietro con il segnale convenuto fra i due giovani e lui ignaro salì: appena fu arrivato sul parapetto lo bloccò e lo fece cadere di nuovo giù (meno male che era al primo piano) gridandogli dietro: “O entri dalla porta principale o non venire più”. Sapeva bene la furbastra quale grande sentimento legasse i due. Il giovane infatti tornò per rientrare dalla porta, ma non era solo, portava con sé i suoi genitori per una regolare richiesta di matrimonio, richiesta che fu ben accordata. Le nozze furono celebrate quasi subito e fu una vita coniugale lunga e serena la loro, allietata da tanti figli. Neanche la cecità di Pietro, sopravvenuta in tarda età, riuscì a sminuire il loro affetto perché Teodora si dedicò al marito con più cura e dedizione di prima, fino alla morte. Rimasta sola sembrava sperduta, simile ad un uccello al quale abbiano tolto la capacità di volare ed una mattina di sole di due mesi dopo il figlio Alessandro la ritrovò morta nel suo letto, ma con un sorriso sulle labbra: era andata a raggiungere il suo amore.

(Marianna Lucantonio)