FONTANARI ILLUSTRI DEFUNTI... O VIVI ANCORA?

A causa di un piccolo malessere, in questi giorni sono costretta a letto. Si sa che l’ozio è il padre dei vizi e il mio ‘vizio’ senile consiste nel tornare indietro alla mia infanzia alla Fonte. Nel bel video girato da Giampiero c’è una foto con alcuni fontanari che andavano ad arare con le mucche. Per quanti sforzi la mia mente abbia fatto non sono riuscita a riconoscere chi fossero quelle persone, ma così cercando la mia memoria ha trovato immagini di  altre persone che non ci sono più e che in questi giorni di commemorazione dei defunti sono più vivi che mai. Ho rivisto così i volti di tanti nostri vecchi ormai scomparsi. Li ho rivisti con le divise della ‘congrega’ in processione, o in chiesa, alla sera, mentre cantavano i vespri. Ricordo che si dividevano in due gruppi ai lati dell’altare e cantavano in latino, sia in coro sia da solisti, e non volava una mosca… forse non capivano bene quello che leggevano e cantavano, ma l’atmosfera ci commuoveva tutti… C’era zio Enolino che aveva una bella voce tenorile, altri come zio Emilio una voce sottile un po’ stonata… tanto che a noi ragazzi scappava qualche risata beccandoci così qualche scappellotto…. Le Messe in onore dei defunti avevano un fascino ed una solennità maestosa, allora, io restavo affascinata dal mistero che si avvertiva. Nominare tutti quei ‘vecchi’ che affollano la mia mente è arduo e mi limito perciò a ricordare solo quelli che colpivano di più le nostre fantasie bambine, scusandomi fin d’ora con gli altri lassù in cielo!

NATALE LUCANTONIO (NATALUCC&). Si vantava di possedere ‘il libro del comando’ che, a suo dire, era in grado di prevedere il futuro e di indicare il luogo in cui erano nascosti misteriosi tesori, cosicché tutti i ragazzi lo seguivano, sperando di trovarne almeno uno… Pieni di fiducia dissodavano i terreni indicati, mentre Natalucc& con il libro in mano recitava versetti misteriosi con grande enfasi… il risultato, naturalmente, era che di tesori non c’era nemmeno l’ombra ma in compenso i terreni erano già pronti per la semina!!! Quel libro, che esisteva davvero ma che nessuno aveva mai letto, fu bruciato un giorno nel forno dal suo padrone.

GUIDO LUCANTONIO (GUIDUCC& LU TIONESE) Era un poeta e un musicista, se fosse vissuto in un altro posto e in un’altra epoca avrebbe fatto fortuna. Ricordo che componeva e cantava canzoni, inoltre ballava sempre nella Pupazza a Ferragosto. Chissà, forse suo nipote Guido D’Ascenzo ha ereditato i cromosomi di suo nonno!

CESARE e OTTAVIO ROSA. Due fratelli molto uniti, sempre insieme fino alla morte. Famose le ‘bevute’ da zia Lionora, nessuno voleva essere l’ultimo a pagare da bere, perciò spesso tornavano a casa alticci cantando ‘partono i bastimenti’ in ricordo della loro emigrazione in America.

AMATO ed ERMINIO ROSA, altri due fratelli. Zio Erminio non era sposato, viveva in casa del fratello Amato, che amava così tanto da credere a qualcuno o a qualcosa solo dopo aver consultato il fratello, tanto che alla Fonte è rimasto celebre  il suo detto "l’ha ditt& Amatucc&".

ZIO AGAPITO LUCANTONIO (CAPITUCC&) Insieme a suo suocero Emidio Rosa conoscevano tutte le erbe medicamentose ed erano i primi ad arrivare quando si ammalava qualche animale.

FIORE e ALFONSO D'ASCENZO. Sempre allegri, ci deliziavano con le loro barzellette, mentre PASQUALUCC& e BELLISARIO D'ASCENZO, CESIDIO e PEPPINO LUCANTONIO (‘U’ Z&LLUSO) incutevano paura con la loro serietà!

DOMENICO D'ASCENZO (L’AVVOCATO). Sempre col giornale sotto il braccio, con la speranza di trovare qualche aumento di pensione e quando lo trovava passava dai cugini ad avvisare, tutto contento!

GIOSUE’ D’ASCENZO. Negli anni Cinquanta era l’unico alla Fonte a non aver paura di esprimere le sue idee politiche di sinistra, pagandone anche le conseguenze. Ricordo che, in piena campagna elettorale, alcuni politici della Democrazia Cristiana vennero alla Fonte a tenere un comizio. Su un palco eccezionale, ‘u peselitt’ di zio Eugenio (sott'alle finestre), iniziò a parlare una donna, interrotta spesso da Giosuè che non era d’accordo con lei. A un certo punto l’oratrice, molto imbarazzata, gli disse: “Insomma Giosuè, lei mi sta facendo inquietare!” E lui di rimando le rispose: "Signorina, se Lei s’inquieta io m’inc…!". Ma non è carino terminare i miei ricordi con una parolaccia rivolta a una donna, anche perché era una donna coraggiosa che osava parlare in pubblico e di politica… Nella prossima ‘puntata’ racconterò di un nostro vecchio davvero speciale, un vero ‘mago dei bambini’, che molti di noi ormai ‘maturi’ ricorderanno certamente.

(Antonietta D’Ascenzo)