COMPAGNI DI VITA

 

Il 20° secolo era iniziato da poco, quando in una stalla seminterrata in Via delle Mandre un animale da soma diede alla luce un piccolo mulo. Fu scelto per lui il nome "ciccione", dall' uomo con il quale avrebbe condiviso tutta la sua vita; nome che non avrebbe poi rispecchiato la realtà, in quanto il piccolo mulo si sarebbe trasformato in un animale alto ed elegante. Ma il quadrupede si fece apprezzare per altri doti ben più insolite per un animale della sua specie. Il suo padrone Angelo Lucantonio detto "U baron&" (vedi calendario) si innamorò subito della sua gentilezza e del modo servizievole in cui lo assecondava in ogni genere di lavoro. Condividevano, infatti, tutte le fatiche giornaliere, dal lunedì alla domenica, escluso il venerdì; perchè in quel giorno della settimana si toglieva di dosso i vestiti da mulo ed indossava quelli da cavallo, accompagnando Domenico Lucantonio per tutti "U fanciull&" (come sopra) fino a S. Demetrio, dimostrando al fratello del padrone la stessa gentilezza. Gli anni si susseguirono, le fatiche si condividevano e il legame si faceva sempre più forte. Il trascorrere del tempo, però, portava con se altre conseguenze certamente meno gradite; l' età, infatti, reclamava il suo tributo, soprattutto per l' animale, che pian piano perse le sue forze, fino a quando non fu più in grado di uscire dalla stalla per accompagnare il suo padrone nelle fatiche quotidiane. Quella epoca non era certo caratterizzata da abbondanza e quando un animale non era più in grado di offrire il suo contributo era solo una spesa inutile e per tanto veniva subito eliminato. Quella volta però le cose andarono diversamente, perchè  il padrone aveva condiviso troppe giornate con quel mulo gentile per considerarlo solo un peso. La salute di "ciccione" peggiorò, tanto che non riusciva quasi più a stare in piedi così "U baron&" chiese aiuto a suo figlio Agapito "Capitucc&" per gli amici, che insieme ad altri giovani del paese, si adoperò a costruire un' impalcatura di legno che sorreggeva l' animale vicino alla mangiatoia e che gli permetteva di mangiare e riposare nello stesso momento. Al mulo furono regalate alcuni giorni di vita, ma inevitabilmente giunse per lui il momento di salutare il suo padrone; Fu così che alla storica età di 32 anni, in una stalla seminterrata in Piazza, pochi metri più giù di dove era iniziata la sua storia, "Ciccione" il mulo gentile cesso la sua lunga vita. Più tardi anche "U baron&" lasciò questo mondo e a molti piace pensare che i due che furono fedeli compagni in vita, siano tuttora affiancati su nel cielo, ovviamente tranne il venerdì, quando anche "U fanciull&" chiede i suoi servigi.

Un Racconto Fontanaro di Vincmari.